Ciao a tutti da Città Sant’Angelo, uno dei borghi più belli d’Italia, nei pressi di Montesilvano (PE), in Abruzzo, che mi ospita x lavoro a partire da marzo.
Vado subito al dunque, con alcune considerazioni sulla gara svolta dom 25-7 e cioè l’ultramaratona del Gran Sasso, che ha visto poco + di 360 atleti partecipanti sulla distanza di 50km partendo da Santo Stefano di Sessanio (AQ), bellissimo borgo che si sta ricostruendo dopo i danni del terremoto del 2009, prima di attraversare il vicino paese di Calascio, conosciuto per la bellezza del suo castello normanno semplicemente spettacolare! sulla dorsale (1460m slm) rispetto al centro abitato; avviarsi verso Castel del Monte in salita fino al valico Capo la Serra (km 22 ca) prima di raggiungere la piana, infinita, di Campo Imperatore con la bellissima vista delle cime del gran Sasso; e sui 35km ca risalendo dal rifugio Racollo svalicando al km 40 raggiungendo nuovamente l’abitato di Santo Stefano.
A-PRE
La gara la avevo scartata sia xché non amo i lunghi in questo periodo sia xché non li avevo preparati bene (un allenamento di ca 40km lo avevo fatto qualche settimana prima ma con evidenti limiti di tenuta); avrei invece voluto partecipare la settimana prima al trail del gran sasso magari “correndo” quello medio da 27km D+1600 (tre rifugi skyrace), ovviamente scartando l’ultra da 62km, dopo aver corso a fine giugno quello + semplice di 10km; questo xché ormai ho imparato ad apprezzare i trail e la bellezza del posto in se.
Invece lunedi sera “gasato” dall’aver appreso che l’arcigno Giulio fosse iscritto e sarebbe sceso fin qui mi ha stimolato a provare a vedere se si ci poteva iscrivere nonostante la chiusura delle iscrizioni la domenica sera. Ebbene l’organizzatore Franco Schiazza (della manopello runner) organizzatore della manifestazione mi dava il là ed ecco che lunedi notte risultavo iscritto (50€).
Già l’indomani, però, non sapendo nemmeno come raggiungere e tornare dal posto (no treni; no pulman; no macchina) iniziavo a baccagliare tra me e me sulla minkiata fatta.
Dopo qualche tentativo (ho lanciato svariati sos) mi veniva in soccorso l’organizzatore stesso mediante un suo atleta di pescara. Ora si poteva pensare alla gara, non prima però di aver realizzato che con il mio semplice cellulare e runtastic base non avevo alcuna speranza di registrare la gara (tempo limite di 8h) e per di più il cellulare mi sarebbe potuto servire per sos e/o foto.
Quindi avendo apprezzato da un paio di mesi il garmin del nuovo arcigno Francesco mi son fatto dare un passaggio giovedi presto a comprarlo in offerta (?!?) in un decathlon della zona (altri 240€).
B-LA GARA
Ebbene son ritornato ai tempi di Genova. Sveglia alle 4.15 e 3.5km a piedi per raggiungere il punto di incontro con Piero (il Salvatore) al casello di Pescara Nord e la compagna Pamela e di li previo appuntamento con altra macchina proveniente dalla Puglia diretti a Santo Stefano, dove arriviamo alle 7 ca.
Ebbene tra parcheggio, ritiro pettorale e pacco gara, cambio e scarico tensione (2 volte al bagno) ritorniamo sul luogo di partenza alle 8.20, dove rapidamente ci salutiamo con Giulio, che illustrandomi i suoi piani, mi informa che accompagnerà un amico a circa 6 min/km; penso sia troppo per me, ergo procedo come capita.
Mi ritrovo fino al km 20 con un gruppo proveniente da Roma che procede abbastanza spedito, anche se alternando la camminata nei tratti in salita; mi adeguo al ritmo temendo di non poter avere 50km di corsa continua nelle gambe, fermo restando che come al solito riesco a perdere terreno anche camminando.
Superato il valico Capo la Serra si scende verso la piana di Campo imperatore, dove a farla da padrone sono i greggi di pecore, le mandrie di mucche ed infine gli assembramenti di “cristiani” in corrispondenza del km 30 ca dove è ubicata la macelleria Mucciante, con gli spazi a disposizione per poter arrostire tutto il ben di Dio possibile ed immaginabile.
Qui per la verità vista la domenica, anche se con una giornata nuvolosa e presenza a partire dal km 25 ca di un venticello fresco che gradatamente aumentava di intensità e spesso era contro gli atleti, la strada risulta a mio modesto parere troppo affollata di macchine e moto, in alcuni punti anche in coda; e questo, insieme allo smog respirato, ha alterato non poco il panorama incantevole con il Corno Grande ben visibile tra le altre cime adiacenti.
Inutile dire poi che mi sarei aspettato, ma non solo io, da queste parti almeno un ristoro con qualche cosa di sostanzioso (arrosticino?) al di là della solita acqua, barrette e gellini che non sono mancati a partire dal km 15-20 in poi; solo in un’occasione in aggiunta anche confezioni di crackers e biscottini.
Ciò per introdurre la circostanza che dopo la piana, in leggero saliscendi, lasciata la statale SS 17bis in corrispondenza del rifugio racollo, subito dopo il ristoro del 35° km vista la fame di una ragazza ho optato per cedere il mio secondo e ultimo biraghino (quelli in confezioni da supermercato), quando il primo lo avevo sgranocchiato molto prima; restavano dunque solo gellini per gestire la parte finale, che comunque tra idratazione continua e ritmo lento ho gestito benissimo. Ed ecco che superato il valico che annuncia il 40km, con vento ora bello forte, la strada inizia a scendere, quando all’ultimo ristoro al km 45 (ultimo pezzo di salita), una turista forse vedendomi un po’ stanco, avvicinandosi con due arrosticini tra le mani, me ne ha gentilmente offerto uno, che ho immediatamente preso ringraziando x la gentilezza; da li in avanti solo corsa con gara in discesa (lo era per davvero) fino a tagliare in solitaria il traguardo agognato.
Morale: quello che fai poi torna (pur non pretendendo)!
C-POST
Non sono soddisfatto della mia ultima gara, condotta anche camminando a tratti per diversi km, anche se mi sono approcciato per la prima volta su questa distanza.
Con il senno di poi avrei potuto sbilanciarmi di + e metterci un po’ di meno, soprattutto in considerazione del tempo fresco e nuvoloso; questo lo deduco anche dal fatto che non ho registrato nemmeno crampi incipienti. Ecco la spiegazione del termine utilizzato in chat. Cmq sia è andata, ci sarà tempo e modo per rifarsi; quasi a mia insaputa (nel senso di non prevista e programmata) sono un ultrarunner.
Bella notizia invece il gruppetto giovane di nuovi arcigni tra i quali Maria Vittoria, Francesco e Giulio che sicuramente ci porteranno tante soddisfazioni nel futuro e una ventata di ottimismo per un anno, ancor complicato dalla situazione generale, che comunque ha riaperto le porte alle competizioni podistiche.
Forza arcigni e runner.
Donato basta